Centro sportivo Carraro: per il bene di tutti e’ ora di cambiare metodo

Mentre riprendono i progetti di attività motoria per i bambini (vedi i progetti più Sport nella Scuola, Sport in ogni quartiere, … ), mentre nella società sedentaria, resa quasi immobile dalle chiusure del Covid, lo sport sta per riacquistare il suo ruolo primario per lo sviluppo e la crescita psicofisica della persona, a Milano, proprio là dove ce n’è più bisogno per ragioni socioeconomiche, lo sport in generale e l’atletica in particolare nulla possono.

Il Centro Sportivo Carraro ha già avuto diverse volte gli onori della cronaca. E’ stato chiuso definitivamente dal marzo 2019 per lavori di riqualificazione che dovrebbero richiedere un anno. Per vicissitudini legali l’avvio dei lavori è stato solo il 25 gennaio 2020. Sul cartello che capeggia all’ingresso del Carraro si legge che i lavori dovrebbero finire il 26 gennaio 2022. Sarà vero? Si può scommettere che non sarà così. Vediamo perché.

Il Carraro è rimasto senza manutenzione e senza custodia per oltre due anni. Il clima e le incursioni vandaliche hanno degradato notevolmente tutte le strutture. L’incendio appiccato nel Palazzetto dello Sport (di oltre 600 posti) lo hanno gravemente danneggiato. Altri due incendi negli spogliatoi, distruzione di porte, vetri, attrezzature, arredi, sono il prezzo dell’abbandono. E’ pensabile che i tempi di lavoro e i costi, calcolati in fase di progetto nel 2017, quando il Carraro era quasi in buono stato, siano rispettati? No, evidentemente.

Persone ben informate hanno detto che ci vorranno almeno altri due anni e, naturalmente, che la spesa salirà considerevolmente. Che farà l’impresa che sta lavorando quando saranno finiti i fondi? Semplice, interromperà i lavori. E poi? Poi si dovrà aspettare che il Comune disponga di nuovi fondi, magari con ulteriori progetti e bandi. Ci vorranno altri anni.

Ma in tutto questo c’è la beffa. I lavori previsti in questa fase interessano solo una parte del Carraro. Attualmente stanno effettuando la riqualificazione dell’ingresso e della prima stecca di spogliatoi (l’altra stecca è già stata riqualificata nel 2014, ma i lavori, non finiti, sono stati fatti male ed è già in degrado).

Ma ciò che è peggio è l’assoluta sordità nei confronti delle proposte delle società sportive e delle esigenze della gente. Persone assolutamente competenti ci hanno detto che si poteva svolgere la riqualificazione a lotti chiudendo il centro Sportivo solo nelle parti in riqualificazione. E’ ciò che le società sportive del Carraro – che si avvalgono di tecnici competenti al loro interno e di quelli delle federazioni sportive – proposero già dal 2014 a Chiara Bisconti, allora Assessore allo Sport e ribadito poi diverse volte. La risposta degli Assessori è sempre stata negativa per “motivi di sicurezza”. E’ evidente che era una ben debole motivazione dietro alla quale si celava e si cela la mancanza di volontà politica. O meglio, la volontà politica di chiudere il centro sportivo.

I cittadini di Gratosoglio, del quartiere Stadera, hanno abbandonato le case quando hanno riqualificato i quartieri? Quando si deve rifare una corsia o una carreggiata dell’autostrada si chiude tutta l’autostrada? Se così fosse il Duomo di Milano dovrebbe essere sempre chiuso, data la sempiterna “Fabbrica”. E infatti, quando fu fatto il lavoro del 2014, che interessava 3/4 degli spogliatoi, il centro sportivo rimase aperto. Data la distribuzione degli spazi sportivi del Carraro, i lavori avrebbero potuto essere effettuati in assoluta sicurezza anche con la chiusura parziale.

Noi pensiamo che tutto ciò i tecnici del Comune lo sappiano bene, e pensiamo che abbiamo dovuto attenersi a indicazioni dall’alto. Il vero motivo della chiusura totale è dunque ben diverso da quello della sicurezza.

Data la parte ora interessata alla riqualificazione, nel Carraro avrebbero potuto svolgersi (salvo nei “lockdown” e nel rispetto delle norme anti covid) almeno fino a oggi diverse attività sportive: Tennis, Atletica, Calcio, Sport di combattimento e autodifesa, con centinaia di giovani impegnati a recuperare gli effetti negativi del covid. La presenza delle società sportive, oltre ad aggregare i giovani della zona, sarebbe stata la migliore prevenzione alle intrusioni e ai vandalismi, avrebbe garantito la manutenzione e quindi frenato il degrado.

Lo scorso settembre 2020 alcune società sportive hanno proposto all’Assessore di farle entrare nel Carraro fino ad inizio lavori. Avrebbero garantito la sorveglianza, la manutenzione ordinaria degli spazi utilizzati, ma chiedevano che il Gestore – che ancora c’era! – tagliasse le sterpaglie e facesse la pulizia iniziale di alcuni spazi che sarebbero stati utilizzati. La “trattativa” fu condotta dall’Avvocato delle Federazione di Atletica Leggera. No, non era possibile, l’Assessore pretendeva che le società sportive che hanno proposto di entrare nel Carraro si assumessero l’onere di tagliare sterpaglia, alberelli parassiti, ecc. Tutti compiti, si badi bene, che spettavano al Gestore. Motivo? “Il gestore – ha detto l’Assessore che ne ha assunto le difese – non poteva assumersi i costi del taglio delle sterpaglie e della pulizia di alcuni spazi”. Straordinario, il Gestore non poteva fare ciò che gli era obbligo di contratto! Inoltre l’Assessore disse che non poteva farlo il Comune di Milano perché “la Corte dei Conti non l’avrebbe permesso”. Fandonia clamorosa, se pensiamo che il Comune elargisce milioni in sovvenzioni e contributi ad Enti, Associazioni, Teatri, ONLUS, ecc. Le poche migliaia di € per pochi lavori avrebbero potuto essere date come contributo per il Gestore (che già in passato ne aveva ricevuti).

Nell’ultimo sopralluogo, effettuato dall’esterno il 16 Aprile, sono emersi altri elementi gravi di cui è stata data comunicazione all’Assessore, al Presidente della Comm. Sport comunale Marco Fumagalli, al Consigliere Basilio Rizzo di Milano in Comune, e al Presidente di Municipio:

  • E’ stato aperto un varco nella cancellata sul retro del centro sportivo (zona non di competenza della ditta che sta effettuando i lavori) e sono state effettuate diverse incursioni con soliti atti vandalici da parte di ragazzi del quartiere (comunicazione avuta da cittadini che abitano nelle case vicine).
  • Gli alberi, mai curati negli anni, stanno inglobando la recinzione: saranno costi pesanti per il taglio e il rifacimento della recinzione.
  • Nel box dove una volta c’era il trattore sono comparse le strutture del salto con l’asta. Le società di atletica hanno chiesto per anni che fossero installate sul campo ma il gestore non le ha mai installate. Per queste attrezzature scomparse (e per altro) le società di atletica hanno fatto causa al gestore e l’hanno vinta nel 2018. Il gestore fu obbligato dal Giudice ad acquistare attrezzature nuove per circa 20.000 €, quando le aveva nel box del trattore. E lo sapeva perché il sottoscritto gli comunicò di averle collocate in quel posto per proteggerle da una bufera nel dicembre 2010. Come spiega l’Assessore questo comportamento del Gestore? E’ doveroso che ricordi che le attrezzature sono di proprietà del Comune e che le attrezzature scomparse per otto anni sono del Comune.

Le foto del sopralluogo permettono di capire che quanto scritto corrisponde al vero.

Ora c’è il prezzo da pagare per le scelte di chi governa la città, ed è un prezzo molto alto che viene pagato dai cittadini: un Zona priva di uno straordinario bene comune, giovani senza più gli spazi dove praticare sport e ritrovarsi, Società sportive chiuse o trasferite, una vasta attività sociale pressoché annullata, progetti scolastici annullati. E c’è il prezzo in denaro, sempre pagato dai cittadini, perché il denaro per i lavori pubblici giungono dalle tasse pagate dai cittadini onesti.

  • Qui si configura con chiarezza un danno erariale, chi lo pagherà, magari davanti alla Legge?
  • Chi ha pagato o paga per i danni dell’incendio al Palazzetto da noi denunciato lo scorso 3 Novembre?
  • Chi paga per i danni causati dall’abbandono?
  • Perché il Comune non si è fatto parte lesa nei confronti del Gestore che non ha rispettato il contratto?

Pensiamo che il Comune e l’Assessore abbiano una sola strada da seguire, che è quella indicata da anni dalle società sportive: incontrarsi in tempi brevissimi con le società sportive e l’impresa per elaborare un piano che permetta di tenere aperto il centro sportivo, con la collaborazione delle società che posso praticare l’attività nei settori non interessati ai lavori; successivamente, a lavori ultimati, avvalersi di un gestore che non rechi danni ai cittadini e al Comune.

Pensiamo che la nostra proposta sia l’unica che permetta di recuperare una situazione che si prospetta sempre più grave. E’ una proposta all’insegna della partecipazione, che dovrebbe essere metodo di lavoro di questa Giunta. Chi scrive la partecipazione l’ha vissuta in prima persona, con l’Architetto che progettò il Carraro, il presidente della Comm. Sport della Zona 15 e altri dirigenti sportivi, attorno a un tavolo più sere per avere ideare questo centro sportivo che dovrebbe essere prezioso bene comune.